4° (mm 210x150); ll. (12), 130. Title in Gothic type, text in Roman. Splendid large woodcut on the title page; 90 small woodcuts (sometimes repeated) in the text, some of which are of remarkable quality. Later full vellum. A few quires with light browning, but a very nice, unsophisticated copy.
Exceedingly rare illustrated edition.
Edizione rarissima. Precedenti a questa, l'editio princeps (Venezia 1480 = ISTC No.im00498500), l'incunabolo fiorentino del 1495 (= ISTC No. im00498700) e l'edizione veneziana del 1507, attribuita alla tipografia di Giorgio Rusconi - tutti e tre rappresentati da un numero esiguo di esemplari superstiti.
The Tavola ritonda and the Tristano Riccardiano are not the only Italian rewritings of Arthurian texts. The adventures of Merlin also inspired the authors of the Peninsula and it is here that the two narrative traditions relating to this character merge for the first time: the story of his life (the Estoire de Merlin from the Lancelot-Graal cycle) and his Prophecies (in a version elaborated in Veneto around 1272-1279, very different from the one by Geoffrey of Monmouth that appeared from 1134).
The Historia di Merlino in six books (Vita and Prophetie), resulting from this rapprochement, is nonetheless a new work, rich of many original features. It is known to us by some late manuscripts and a Venetian incunable of 1480, several times reprinted under the title of Vita de Merlino. This rare edition, beautifully illustrated, has been attributed to the typographer Manfredo Bonelli.
The colophon of 1480, still included in subsequent prints, gives interesting philological informations, but difficult to interpret: the printed text was taken from a manuscript translated from French, dated November 20, 1379 and belonging to the Venetian humanist Pietro Dolfin (1427-1506), son of "Zorzi"; this last clarification, wrongly interpreted, authorized the attribution of the translation to this Zorzi. Anyhow, this work was very successful in Italy until the middle of the sixteenth century and directly inspired in France La Vie et les prophéties de Merlin published by Antoine Vérard in 1498.
La Tavola ritonda e il Tristano Riccardiano non sono le uniche reinvenzioni italiane dei testi arturiani. Anche le avventure di Merlino hanno anche ispirato gli autori della Penisola ed è qui che le due tradizioni narrative relative a questo personaggio si fondono per la prima volta: il racconto della sua vita (l'Estoire de Merlin del ciclo Lancelot-Graal) e le sue Profezie (in una versione elaborata in Veneto intorno al 1272-1279, molto diversa da quella che apparve dal 1134 sotto la penna di Goffredo di Monmouth) danno vita a una nuova opera, ricca di molte caratteristiche originali. Al punto che essa ispirò direttamente in Francia La Vie et les prophéties de Merlin, pubblicate da Antoine Vérard nel 1498.
"In Italia l'interesse per la figura di Merlino, il "buono incantatore", come lo aveva definito Dante, fu notevole. Non si trattava soltanto di un interesse letterario, come dimostrano, sin dal secondo Duecento, le anonime Prophécies. La fusione di elementi magici e religiosi, pagani e cristiani, produceva una mistura culturale che affascinava e rendeva Merlino sempre attuale e disponibile a qualsiasi impiego, specie nell'ambito delle diatribe a carattere politico-spirituale del tardo Medioevo: basterà dire che riferimenti esemplari al mago si trovano anche nelle pagine di un grande di un grande predicatore come Bernardino da Siena. Comunque sia, dal XIII secolo in avanti il personaggio compare con regolarità in testi di ogni genere, dal Novellino, dove si hanno i primi esempi di una riutilizzazione narrativa di alcuni episodi merliniani, alla Fiorita di Armannino, che riporta il racconto "storico" della fondazione della Tavola Rotonda, fino al Furioso dell'Ariosto che, pur narrando le gesta dei cavalieri carolingi, troverà il modo di riservare uno spazio particolare allo "spirto" del "savio mago", trasformato in una sorta di protettore del casato estense.
[…] Assai più vasta e letterariamente elaborata risulta l'Historia di Merlino (ma il titolo più corrente è Vita di Merlino con le sue profezie), in sei libri, opera che trovò posto sullo scrittoio dell'Ariosto. Pubblicata per la prima volta Venezia nel 1480 e più volte ristampata negli anni successivi, l'Historia di Merlino, secondo quanto si legge nell'explicit, fu ricavata da un codice posseduto da Pietro di Giorgio Delfino, "translatato de lingua francesse in lingua italica scripto nel anno del Signore 1379". In questo testo la commistione tra le componenti profetiche e quelle romanzesche è ancora più accentuata che nel libro [la Storia di Merlino] di Paolino Pieri. Con grande spigliatezza l'anonimo rielabora e interpola le sue fonti principali, i già citati Merlin in prosa e le Prophécies de Merlin, a testimonianza di una sempre maggiore indipendenza narrativa degli scrittori italiani. Prendendo per buono il riferimento cronologico contenuto nell'explicit, l'Historia di Merlino è probabilmente l'ultima grande compilazione arturiana in prosa: il tardo Trecento, infatti, è l'epoca in cui fioriscono i cantari in ottava rima, il più delle volte ricavati o comunque ispirati proprio ai volgarizzamenti dei testi cavallereschi in prosa" (M. Villoresi, La letteratura cavalleresca. Dai cicli medievali all'Ariosto, Roma 2000, pp. 36-37).